Un romantico temporale estivo

Agosto 1968. Quasi tutti gli ospiti si trovano nella hall a giocare a carte, a chiacchierare, a tenere occupati i bambini nella speranza che smetta di piovere quanto prima per tornare al più presto alla vita di spiaggia.

Una partita a Monopoli in veranda, due parole al bar con il cameriere gentile e disponibile, ma quando il tempo è brutto la gente si annoia e la noia, si sa, aguzza l’ingegno.

Nel bel mezzo di questo stanco pomeriggio estivo dalla strada rimbomba il motore di un mezzo che si ferma davanti all’entrata dell’albergo.

E’ il furgoncino di Sirio, il fioraio più famoso della Versilia, come recita l’inconfondibile pubblicità sul cofano del veicolo .

Il fattorino entra spedito nella hall, attirando su di sé lo sguardo sognante delle signore presenti, rapite dalla stupenda cesta di rose rosse che l’uomo si appresta a consegnare al portiere il quale, con mano furtiva, sfila il minuscolo biglietto accluso per capire a chi sia diretto l’ingombrante omaggio floreale.

Dopo aver letto il nome di battesimo scritto sulla piccola busta ed aver occhieggiato avidamente il contenuto del cartoncino, l’arguto portiere individua subito la destinataria di cotanto sfarzo.

Certezza peraltro avvalorata dal ricordo delle recenti telefonate passate in stanza alla cliente in questione nei giorni precedenti. Chiamate non del marito e che evidentemente stavano producendo i loro frutti.

C’è però un problema da risolvere e alla svelta. La signora è infatti sposata ed il consorte, credendo di farle sorpresa gradita, ha deciso di anticipare la data di arrivo. In pratica è già lì che sta salendo le scale, proprio nel momento in cui le donne si stanno domandando chi sia la fortunata beneficiaria di quella evanescente nuvola rossa.

Il nostro portiere, uomo più pratico che romantico, per un momento non sa che pesci prendere. Rimandare i fiori indietro, consegnarli alla signora togliendo il biglietto del mittente, oppure trattenerli senza rivelare il destinatario, cosa praticamente impossibile, visto il pericoloso avvicinarsi del cinguettante capannello femminile al bancone della hall dove il fattorino le aveva momentaneamente posizionate.

Il nostro uomo si sente improvvisamente accerchiato e, spinto dallo spirito di salvare “capra e cavoli” ma soprattutto dalla necessità di non perdere la facoltosa coppia di clienti, congeda il fattorino, decidendo di tenere le rose in bella vista su uno dei tavoli del salone, dichiarando che la destinataria è una cliente non ancora arrivata (e che in seguito non sarebbe più giunta in albergo, ma questo sarebbe stato riferito successivamente).

Conserva, invece, gelosamente il biglietto, per consegnarlo poi a tempo debito e con la galanteria tipica del gentiluomo che sa ma tace, alla fortunata ospite che, in compagnia dell’ignaro marito si sarebbe potuta godere ogni giorno il profumo e la bellezza di quelle bellissime rose.

Mentre lui, il portiere, soddisfatto dell’abile soluzione trovata, già pregusta la sostanziosa mancia, frutto del suo complice silenzio.

Accadeva negli anni 60 ed era uno dei dietro le quinte più divertenti del tempo.
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